A sinistra tutte le idee sono tollerate tranne quelle che non piacciono a loro. L’ultimo caso che ha coinvolto Passaggio al Bosco, a casa editrice identitaria, accusata di pubblicare testi che esaltano il nazifascismo, la cui presenza a 'Più libri, Più Liberi', la Fiera della Piccola e Media Editoria in corso a Roma fino all'8 dicembre, ha scatenato polemiche e defezioni. Artisti, scrittori e giornalisti hanno deciso di boicottare la casa editrice cerando inoltre di denunciare l’ennesimo pericolo fascista alle porte.
Tra questi, ovviamente, non poteva mancare Antonio Scurati. Scrittore e giornalista italiano, Scurati è noto ormai al grande pubblico per la sua pentalogia sulla vita di Benito Mussolini e il fascismo. Il primo libro M. Il figlio del secolo, pubblicato nel 2018, ha vinto anche il Premio Strega nel 2019. Incalzato sul tema da Che Tempo Che Fa, il programma di approfondimento politico e non solo condotto da Fabio Fazio ogni domenica sera, Scurati ha esordito: “Si discutono tutte le idee tranne l’idea fascista”. Il motivo è presto detto: “Perché il fascismo è la morte di ogni altra idea”. Così Antonio Scurati con la citazione di Sandro Pertini sulla questione di Più Libri Più Liberi. L’ennesima prova che a sinistra ci sono idee tollerabili e altre meno. Non è la prima volta che Scurati parla di fascismo. Presentando a Venezia la serie tv tratta dal suo libro "M", solo qualche mese fa, aveva fatto notare come il fascismo sia ancora attuale. "Lo spettro del fascismo si aggira ancora per l'Europa, ma non sono stato io ad evocarlo con il mio romanzo, o con questo film. Sono state altre forze storiche Ciò che l'arte, antifascista e democratica, può fare è affogare quello spettro".
Oltre a questa intervista, solo pochi giorni fa, non era mancato un appello contro la casa editrice. Zerocalcare, Barbero e altri autori avevano lanciato un messaggio netto: “No a un editore fascista a Più libri più liberi”. Tra le defezioni delle ultime ore anche altri giornalisti del settore. L'ultima quella dell'ex direttore della Stampa Massimo Giannini, che si è accodato a Zerocalcare e Corrado Augias non per "paura" - ha detto - ma per "cultura costituzionale".

