L'attententato a Sigfrido Ranucci avvenuto la notte tra il 16 e il 17 ottobre nei pressi di Pomezia ha richiesto un'informativa urgente in Parlamento da parte di Matteo Piantedosi, che l'ha tenuta questa mattina, a meno di una settimana dalla tentata strage sotto casa del conduttore di Report. Il ministro dell'Interno, nell'Aula della Camera dei Deputati, esprime nuovamente la piena solidarietà sua e di tutto il governo a Ranucci e alla sua famiglia: "Ribadisco la ferma condanna per l'atto vigliacco e criminale che ha subìto e che rappresenta un attacco non solo alla persona, ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia". Sull'attentato sono in corso attività investigative da parte dei Carabinieri "e i fatti segnalati, attualmente al vaglio dell'Autorità giudiziaria, sono oggetto di segreto istruttorio. Il lavoro delle Forze di polizia prosegue con intensità per assicurare rapidamente alla Giustizia i responsabili dell'attentato", aggiunge il titolare del Viminale.
In ogni caso, anche prima del gravissimo atto intimidatorio del 16 ottobre, Piantedosi sottolinea come l'attenzione nei confronti di Ranucci sia stata massima: "Le misure nei suoi confronti sono sempre state tempestivamente adeguate alle segnalazioni e alle risultanze informative via via emerse". Il ministro ha evidenziato di avere dato immediatamente mandato di rafforzare al massimo ogni misura a protezione del giornalista Rai: "Pertanto è stato innalzato il livello di sicurezza rimodulando il dispositivo tutorio dal 4° al 3° livello, rappresentato da 'tutela su auto specializzata'. Oltre a tale misura, la Questura di Roma ha ampliato i target sensibili, ossia le aree abitualmente frequentate dal giornalista, presso le quali è stato attivato un dispositivo di vigilanza generica radiocollegata".
Se da una parte Sigfrido Ranucci, dopo l'attentato subìto, "ha tenuto un comportamento di grande responsabilità e ha fatto dichiarazioni estremamente equilibrate, lontane da ogni ricostruzione dietrologica", dall'altra c'è chi ha utilizzato "questo grave atto intimidatorio per adombrare una qualche responsabilità del governo", offendendo quindi "la verità e le istituzioni, con scarso senso dello Stato". Anche perché Piantedosi illustra anche alcuni dati: "Il quinquennio 2020-2024 ha registrato 718 episodi di intimidazioni nei confronti di giornalisti con una media di circa 143 eventi all'anno. Il picco si è avuto nel 2021, con 232 eventi e il dato più basso nel 2023 con 98 episodi. Il maggior numero di episodi, quindi, si è verificato quando non era in carica questo governo, mentre nell'attuale legislatura si è registrato un calo".
"La libertà di stampa è di vitale importanza per la democrazia e la sua difesa richiede, oltre ad azioni concrete come quelle poste in essere da forze di polizia e autorità giudiziaria, l'impegno assiduo da parte delle istituzioni e della società civile". Ed è per questo motivo che "sarebbe auspicabile, a beneficio dell'intera collettività nazionale, che il tema della tutela della libertà di stampa, proprio per il suo ruolo fondante dei sistemi democratico-liberali, non scadesse a strumento di grossolana propaganda partitica". Il ministro Piantedosi conclude così il suo discorso a Montecitorio: "Garantire ai cittadini il più ampio accesso alle informazioni sulle questioni di interesse collettivo, anche in un'aspra dialettica culturale, non può essere mai una questione divisiva, ma deve unire e richiamare tutti a un maggiore e più profondo senso di responsabilità, perché anche dalla libertà di informazione dipende la tutela dei diritti fondamentali e la qualità della nostra democrazia".