Dalla tutela del burqa, fino alle teorie sul «pregiudizio di genere nell'utero» e all'italiano bollato come «razzista»: scoppia il caso Edufestival. Fdi, che solleva la bufera, accusa il Campidoglio di aver trasformato la rassegna educativa in un «palcoscenico ideologico pagato con fondi pubblici». I meloniani puntano il dito contro il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore alla Scuola Claudia Pratelli. A guidare l'affondo sono l'ex assessore all'Istruzione di Roma Capitale, Laura Marsilio, e l'assessore alla Scuola del VI Municipio, Chiara Del Guerra. Le due esponenti parlano di «uso ideologico della formazione» e denunciano la presenza, durante i panel dedicati a inclusione e migrazioni, di interventi che avrebbero «legittimato il burqa come simbolo culturale» e rilanciato persino la teoria dei «pregiudizi di genere nel grembo materno».
Nel mirino anche i relatori che avrebbero definito «discriminatorio» privilegiare l'italiano nei percorsi educativi dei bambini stranieri. L'EduFestival, organizzato dal Campidoglio e presentato come spazio di confronto sui servizi educativi 06, è una rassegna rivolta a insegnanti, educatori, dirigenti e formatori, con workshop e incontri finanziati con fondi pubblici. Per Marsilio e Del Guerra, però, alcuni appuntamenti «hanno tradito lo scopo istituzionale» trasformando un evento professionale in «tribuna militante».
Ma i meloniani ritengono che l'EduFestival non sia un episodio isolato ma il tassello di un disegno più ampio: la maggioranza Gualtieri accusa la destra capitolina starebbe usando la formazione pubblica, dai convegni ai nidi, per diffondere un preciso impianto ideologico. Il Comune ha affidato la formazione di insegnanti ed educatrici dei nidi e della scuola dell'infanzia ad associazioni di orientamento transfemminista come «Scosse».
Il corso triennale è intitolato «Decostruire gli stereotipi di genere ed educare alle emozioni e alle relazioni». Non c'è facoltà: il personale deve partecipare in maniera obbligatoria. All'interno di questo corso, sarebbe stato chiesto agli educatori di non permettere che i bambini si riconoscano nei ruoli maschili e femminili nelle fiabe. È la cosiddetta teoria gender, una delle architravi della sinistra contemporanea. Sempre «Scosse», in questi giorni, è risultata tra le realtà vincitrici di un bando da 420 mila euro complessivi per un progetto di «educazione all'affettività e alle relazioni nelle scuole secondarie». Hanno vinto anche altre associazioni come Be free, che i meloniani reputano, in maniera critica, esempio del «tranfemminismo radicale». Fdi, peraltro, il bando sarebbe stato «confezionato su misura per favorire le associazioni vicine al Pd e alla giunta Gualtieri».
Il caso Edufestival diventa quindi il punto simbolico di uno scontro: per la destra è la prova di una strategia con cui la Giunta utilizza scuole e formazione come laboratorio ideologico, mentre per il Campidoglio rimane parte di un semplice aggiornamento professionale. Resta da comprendere ora se l'amministrazione capitolina intenda rispondere alle accuse o se la vicenda si cristallizzerà in uno scambio di accuse tra maggioranza e opposizione in Consiglio comunale. Fdi intende «respingere con forza ogni tentativo di trasformare la formazione pubblica in terreno di militanza politica».