Rispetto ai tempi di Scipione l’Africano, il panorama non è cambiato. Un mare di sabbia, immenso e infinito. Dune ondulate come onde in tempesta e un orizzonte giallo senza fine. L’impronta del dominio romano è visibile ancora oggi, come ci raccontano le rovine del fortino di Ksar Ghilane, un avamposto collocato in un luogo strategico, a pochi chilometri di distanza da una suggestiva oasi nel cuore del deserto del Sahara. Ciò che è mutato nell’arco dei secoli è la modalità per raggiungere un luogo, all’apparenza, così sperduto e inaccessibile. Certo, si potrebbe tutt’ora sfruttare la trazione a quattro zampe degli animali, come gli antichi erano soliti fare. Non tanto il dorso degli elefanti come osava il temibile Annibale che in queste zone aveva il suo dominio cartaginese, poiché la grande bestia dotata di proboscide si è estinta a queste latitudini già a partire dal primo secolo dopo Cristo, quanto quello del dromedario. Il simpatico mammifero munito di singola gobba è ancora al servizio di chi lo desidera, specialmente di quei turisti che non rinunciano a un’esperienza da cartolina. Però, il tutto richiederebbe tempo e per chi ha fretta l’elenco si accorcia. Non resta che appellarsi ai mezzi a motore. I classici fuoristrada, con motore a scoppio ben celato sotto alla carrozzeria, sono una garanzia, così come i piccoli e agili quad. Tuttavia, questi tempi moderni ci consentono di annoverare una tecnologia impensabile fino a pochi anni fa: il propulsore elettrico. Audi, con la sua SQ6 Sportback e-tron, ci ha permesso di dimostrare che si può essere avventurieri anche con un veicolo a zero emissioni e cavalcare le aspre colline del deserto senza emettere alcun suono. Contro il parere di ogni scettico, l’esperimento ha funzionato.
500 chilometri fra andata e ritorno: deserto e non solo
La pazza idea balenata nella mente di Audi era quella di riuscire ad arrivare nel deserto del Sahara con un mezzo inatteso. L’Audi SQ6 Sportback e-tron potrebbe trovarsi a suo agio tanto in via Montenapoleone a Milano, quanto di fronte al Casinò di Montecarlo. Invece, il SUV-coupé tedesco stavolta si è dovuto sporcare, veleggiando in un oceano di polvere e sabbia. Prima tappa di un’esperienza di viaggio da oltre 500 chilometri è stata l’isola di Djerba, una pietra preziosa incastonata su un litorale dall'acqua cristallina. Da qui, poi, la carovana composta da altre quattro SQ6 Sportback e-tron ha lasciato l’isola tramite una lingua di asfalto capace di fendere in due il mare, per raggiungere l'entroterra tunisino. Per gli autoctoni deve essere stata una visione degna di un miraggio poter ammirare le grige e modernissime automobili tedesche su strade abituate a residuati bellici e a rottami figli di un’altra epoca lontana.
Il passaggio attraverso la città di Medenine per raggiungere Douz, con la sua porta del deserto, ha dato risalto all’agilità di un veicolo massiccio e potente. I 517 CV e la trazione quattro derivata dal doppio motore elettrico sono stati degli alleati importanti quando il caos e l’anarchia hanno rischiato di inghiottirci o, meglio, di colpirci. Superata la giungla urbana, il SUV teutonico ha fatto vedere i muscoli sulle strade dissestate. Forte di un assetto che può variare l’altezza da terra di 65 millimetri (+45 mm in modalità Lift) e di sospensioni pneumatiche adattive, la SQ6 Sportback e-tron si è sbarazzata senza troppi complimenti di rocce, pietre e nubi di polvere. Prima di dover affrontare le dune vere e proprie.
Sulle dune con l'Audi SQ6 Sportaback e-tron
L’auto, costruita sulla moderna piattaforma PPE, ha molte carte da giocare anche in scenari poco comuni. Tra le dune deserto, la sua trazione, la sua potenza e il suo sterzo ben calibrato si sono rivelati meglio di un timone quando la tempesta in mare si fa minacciosa. Inoltre, la protezione sottoscocca in CFRP (carbonio misto a poliuretano termoplastico) e la posizione della batteria, collocata tra gli assali, ci hanno permesso di affrontare con disinvoltura tutti gli ostacoli che la natura ci ha frapposto per arrivare alla nostra meta.
Naturalmente, a beneficio della perfetta riuscita di tale impresa sono necessarie delle accortezze. Prima di tutto munirsi di gomme specifiche - come abbiamo avuto noi -, resistenti al cospetto delle rocce più affilate, che vanno sgonfiate accuratamente prima di affrontare una montagna di sabbia. Piccoli trucchi per avere il grip giusto. Al resto, ci hanno pensato i programmi da offroad del “drive select” disponibile sulla nostra Audi SQ6 Sportback e-tron, capaci di armonizzare la macchina donando la giusta erogazione del propulsore, il controllo di trazione e l’ABS. Infine, per attaccare la duna bisogna farlo usando una traiettoria di taglio, obliqua, rilasciare ogni pedale (acceleratore in particolare) al momento dello “scavallamento” e non aver paura una volta che ci si trova di fronte a un salto della fede.
Niente ansia da ricarica
Una volta arrivati a destinazione, nella magnifica oasi di Ksar Ghilane, abbiamo compreso che fare un raid nel deserto con un’elettrica in abito da sera non è pura follia, ma una possibilità che Audi ha reso reale. La vettura della nostra prova, una SQ6 e-tron da 107.000 euro di listino, è il manifesto di come la propulsione alla spina abbia fatto passi da gigante nell’arco degli ultimi anni. La sua batteria da 100 kWh (94,9 kWh netti) consente un’autonomia di oltre 600 chilometri, a nostro giudizio reali. Non ci siamo risparmiati, né a livello di confort, né di dinamica di guida e la strada a nostra disposizione è sempre stata ben al di sopra della soglia di paura. Con questa vettura l’ansia di ricarica sta a zero. Grazie all’architettura da 800 V si possono recuperare circa 260 km in appena 21 minuti. Certo, la Tunisia non è il luogo più congeniale, dato che le infrastrutture sono ancora arretrate, ma per chi vuole vivere un sogno alla Lawrence d’Arabia può iniziare a indossare un turbante e mettersi al volante di questo veicolo. La caccia al tramonto più romantico sulla duna più alta di tutto il Sahara, può partire.

