Il 18 dicembre è uno dei giorni segnati in rosso per l'indagine dell'omicidio di Garlasco, perché ci sarà l'udienza conclusiva dell'incidente probatorio che cristallizzerà gli elementi scientifici raccolti dai periti nominati dal gip di Pavia. L'elemento sul quale ci sarà la discussione più accesa sarà, come già anticipato, il Dna sulle unghie di Chiara Poggi, al centro di varie perizie e consulenze che, però, hanno dato risultati diversi a seconda di chi ha condotto l'esame. I risultati ottenuti dal perito del gip, Denise Albani, sono gli stessi a cui sono giunti i consulenti di Alberto Stasi, condannato, e della procura di Pavia, ma sono diversi rispetto a quelli dei consulenti di Andrea Sempio, indagato, e della parte offesa, la famiglia Poggi.
La perizia della dottoressa Albani è stata consegnata nei giorni scorsi e qualche elemento nuovo, rivelato dall'agenzia LaPresse, è emerso in queste ore, e potrebbe contribuire a scrivere un'altra verità. Infatti, le possibilità che Andrea Sempio e un soggetto "sconosciuto", quindi non imparentato con lui né con Chiara Poggi, potrebbero "contribuito" a generare le tracce genetiche miste e parziali sulle unghie della vittima sarebbero da 17 a 2153 volte più probabili rispetto a quelle che a farlo siano stati altri due "ignoti di sesso maschile", entrambi non imparentati con il commesso di Voghera e con la vittima. Il perito ha stilato un verbale di 93 pagine, incluse le tabelle collegati ai calcoli biostatistici da cui emergono importanti variazioni fra le cifre, a seconda di quale unghia si sta considerando e di quale database degli aplotipi Y viene utilizzato. La perizia ha utilizzato il tool informatico open "Y-STR Mixture Calculation" utilizzato nei "casi complessi" e che si basa su questa formula: "La persona X e un altro soggetto non imparentato con X sono la fonte del Dna" contro l'ipotesi per cui "due uomini casuali non imparentati con X nella popolazione di riferimento sono la fonte del Dna". Tuttavia, questo sistema evidenzia un paradosso perché più ci si allontana verso zone distanti da dove è stato originato il reperto, più il risultato statistico è elevato e aumentano le probabilità di inclusione, in questo caso di Sempio. Per tale ragione i consulenti della Procura di Pavia, Carlo Previderé e Pierangela Grignani nel loro elaborato hanno invitato a escludere il confronto con luoghi poco sensati a livello logico per le investigazioni.
L'inviato di Mattino5 questa mattina è riuscito a incrociare e a porre qualche domanda al papà di Andrea Sempio, Giuseppe, indagato nell'indagine parallela in corso a Brescia con l'ipotesi di corruzione. L'uomo, alla domanda sulle loro impressioni legate al risultato che emerge dalla perizia della dottoressa Albani sul Dna, di sfuggita, ha dichiarato: "Si va avanti". E quando gli è stato chiesto se sono tranquilli, il papà ha risposto con un laconico: "Sì". È comprensibile la poca voglia di parlare della famiglia Sempio, che vive sospesa in attesa che si arrivi a una decisione in merito che, per quanto riguarda Andrea, è sempre più probabile sia il rinvio a giudizio nella primavera del prossimo anno. L'avvocato Liborio Cataliotti, subentrato nella difesa di Sempio, in un'intervista a La provincia pavese ha spiegato che il suo assistito per il momento non si farà interrogare dai pm, caso previsto dalla legge, un "vantaggio che vogliamo custodire gelosamente" perché "al momento non è ancora svelata la linea dell’accusa".

