Anche mezzo Napoli è troppo per questa Juventus. Il cuore, la voglia, il sacrificio dei campioni d'Italia è di un altro livello, Spalletti annega tra errori suoi e della squadra, l'emergenza invece esalta Conte che mette in campo una squadra che emoziona più per intensità che per tecnica. Spalletti aveva provato la carta a sorpresa: in palese difficoltà a livello di attaccanti, ha optato per il falso centravanti, affidando a Yildiz le principali chance di affondare, supportato alle spalle da Conceicao e McKennie, con l'americano ad alternarsi proprio nel ruolo. Scelta tattica, dettata dall'esigenza di non voler offrire alcun punto di riferimento ai tre centrali del Napoli. Conte se n'è fregato, cambiando zero (anche perché impossibilitato a livello di alternative) e facendo la partita come s'immaginava l'avrebbe fatta, sul suo lato destro dove nel primo tempo soprattutto Neres ha fatto a fettine Koopmeiners: il resto è stato un battagliare continuo a centrocampo, con i duelli uomo su uomo McTominay-McKennie ed Elmas-Locatelli.
Il migliore in campo fino all'intervallo è stato il pressing dei campioni d'Italia, così intenso e continuo da costringere l'undici di Spalletti (fischiatissimo dai suoi ex tifosi, pullman bianconero colpito da una bottiglia al suo arrivo) ad abbandonare raramente la propria metà campo. Il Napoli è andato a un passo dalla rete con un colpo di testa di McTominay e trovato il meritato vantaggio con la combinazione simbolo del match: Neres che spacca a destra, il centravanti danese che taglia e spedisce in rete con una zampata sotto porta.
Non pervenuta la Juventus negli ultimi venti metri nonostante i buoni propositi di Yildiz, troppo leggero e isolato per sopportare il peso dell'intero reparto offensivo, tanto che Milinkovic non deve mai intervenire durante i 45' iniziali, mentre il suo collega Di Gregorio suda freddo altre due volte, quando salva su un colpo di testa di Di Lorenzo e quando Beukema lo grazia da due metri.
Occorreva un'altra Juventus, un attaccante vero: Spalletti ha rivisto la scelta (o l'errore?) iniziale, rinunciando a Cabal e inserendo David. Il Napoli ha ripreso a martellare, bersaglio sfiorato da Hojlund e McTominay, la troppa generosità è un difetto perché scopre il campo e i bianconeri fanno pari con Yildiz nel più classico dei contropiedi. Illusione: la fame ce l'hanno gli azzurri che si rialzano in fretta e attaccano come da copione. Giusto e inevitabile il raddoppio, timbra ancora Hojlund. Spalletti opta per altri cambi, Conte ordina di difendere a cinque: è il segnale che non si passa più.