Meloni: "Italia in Ue forte di una rara stabilità politica"

Scritto il 22/10/2025
da Francesca Galici

Il premier si è presentato in Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo e ha ribadito il no alla presenza dei soldati italiani in Ucraina, aprendo all'invio dei Carabinieri a Gaza

Giorgia Meloni questa mattina si è presentata al Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre e nel pomeriggio parlerà alla Camera dei deputati. Sui banchi dell'esecutivo, accanto alla presidente del Consiglio, il governo è quasi al completo, così come l'Aula. Il Consiglio europeo, ha esordito il premier, "ancora una volta arriva in un frangente internazionale estremamente complesso" e in questo contesto, l'Italia si presenta "forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana". Parole che sottolineano il traguardo recentemente raggiunto come terzo governo più longevo della storia, nel giorno del terzo anniversario dall'insediamento. Il premier ha sottolineato che gli "indicatori economici e finanziari solidi la rendono apprezzata dagli analisti e attrattiva per gli investitori".

Conflitto in Medioriente

Il presidente del Consiglio ha poi affrontato il tema dei conflitti in corso, sia quello in Medioriente che quello in Ucraina. Per il "piano in 20 punti sulla crisi mediorientale", ha sottolineato durante le comunicazioni, siamo "molto grati a tutti i mediatori per lo sforzo diplomatico, Egitto, Qatar e Turchia soprattutto al presidente degli Usa Donald Trump che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo". Per Gaza, ha voluto specificare Meloni, "l'Italia continua a svolgere un lavoro intenso che la pone al primo posto tra le nazioni occidentali ed è pronta a incrementare il suo sforzo", e da troppe parti, ha aggiunto, "soprattutto per interesse, si finge di non vederlo o si tenta di negarlo".

Lo sforzo italiano per Gaza è "unico tra le nazioni occidentali" e questo, ha spiegato il premier, "fa giustizia delle troppe polemiche e menzogne ascoltate in questi mesi". E si è detta orgogliosa di essere la rappresentante di una nazione "in cui la maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere fra il cinismo sbandierato a favore di telecamere e la solidarietà vera e silenziosa". Parole che sembrano dirigersi verso quanti hanno usato la Flotilla per Gaza contro il governo, considerata una spedizione umanitaria ma con un carico di viveri infinitesimale rispetto a quanto fatto dall'Italia, e dagli altri Paesi, in termini di invio di viveri.

Nonostante l'impegno della comunità internazionale per fermare la guerra in Medioriente, le "violazioni" da parte di Hamas mostrano "ancora una volta chi sia il nemico dei palestinesi" e "abbiamo avuto prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti dei palestinesi in una serie di esecuzioni sommarie" che l'Italia condanna. Hamas, ha scandito Meloni durante le comunicazioni, "deve accettare di non avere alcun ruolo e deve essere disarmato". E nell'ottica di raggiungere una pace giusta in Medioriente, "siamo pronti a fornire tutto il sostegno necessario all'Anp, anche sul piano della formazione dei quadri dirigenti affinché possa presto assumere piena responsabilità di governo all'interno di confini riconosciuti".

Siamo pronti, come Italia, a contribuire "con i nostri carabinieri, già da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese", ha aggiunto il premier, dando la disponibilità italiana anche a contribuire alla missione Ue per Rafah, anche aumentando il numero di militari: "Lo ribadirò di persona al Presidente Abbas con il quale mi sono data appuntamento a Roma per i primi giorni di novembre". E le nostre forze, ha proseguito Meloni, sono pronte "a contribuire attivamente al 'giorno dopo', anche partecipando - qualora le fosse richiesto - ai lavori del 'Board of Peace', l'organo di governo provvisorio per la Striscia".

Conflitto in Ucraina

Un importante passaggio del discorso di Meloni è stato incentrato sul conflitto in Ucraina, immancabile nelle ore in cui sembra sfumare l'incontro in Ungheria tra Usa e Russia, al quale anche l'Ucraina aveva dato disponibilità di essere presente. "La nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili alle immagini delle case sistematicamente bombardate dai russi sulla popolazione civile che resiste da oramai quattro anni", ha dichiarato il premier, aggiungendo che il sostegno italiano al popolo ucraino "rimane determinato nell'unico intento di arrivare alla pace, l'ho detto a Zelensky anche pochi giorni fa al telefono". Purtroppo, è la riflessione di Meloni, "poche settimane dopo l'incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin, la Russia ha nuovamente gettato la maschera portando avanti tattiche dilatorie, ponendo condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace". Ed è proprio nell'ottica di un lavoro per raggiungere la pace giusta e di mantenerla, che l'Italia, ha scandito Meloni, "ha già chiarito che non prevede l'invio di soldati nel territorio ucraino" ma "ciascuna nazione contribuirà agli sforzi" del gruppo dei Volenterosi.

Nel corso del vertice dei prossimi giorni, uno dei temi sul tavolo dei leader europei sarà l'utilizzo degli asset russi per i quali, ha spiegato il premier, "riteniamo, e non siamo i soli, che sia necessario rispettare il diritto internazionale, il principio di legalità, tutelare la stabilità finanziaria e e garantire la sostenibilità di ogni passo che dovesse essere intrapreso". Ma spostando l'attenzione su più ampia scala, guardando alle implicazioni del conflitto in Ucraina sull'Unione europea, "il rafforzamento della difesa richiede soluzioni finanziarie ancora più ambiziose, chiediamo di aprire un dibattito per rendere permanente la flessibilità sul patto di stabilità e crescita" per supportare gli investimenti per la Difesa. L'Italia, ha ribadito Meloni nel suo discorso, "ha già cominciato il percorso di rafforzamento della sua Difesa, aderendo ai finanziamenti agevolati previsti da SAFE, Security Action for Europe, con l'assegnazione di 14,9 miliardi di euro, il che ci consente - come abbiamo annunciato e come dimostra la legge di bilancio - di rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità che il Governo si è dato".

Politiche europee sull'energia

Il presidente del Consiglio ha poi affrontato le tematiche interne all'Unione europea relative alle politiche di regolazione normativa, in particolare quelle sul Clima, per le quali Meloni ha scandito in Aula che "'Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge clima europea a maggior ragione se non sarà sostanziata da un vero cambio di approccio". L'Italia, ha aggiunto, "sostiene e continuerà a sostenere un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico e pertanto irragionevole che pone obiettivi insostenibili e quindi irraggiungibili". Questi obiettivi, alla luce dell'attuale situazione, "rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione europea". Quel che Meloni, a nome del Paese, chiederà in Ue, è "un intervento coraggioso alla Commissione europea per correggere un ampio numero di scelte azzardate compiute in passato con il Green Deal, che ora stanno mostrando tutti i loro limiti". Ed è proprio nell'ottica di non ripetere quelle scelte azzardate, che stanno conducendo l'Europa verso una inaudita crisi economica e sociale, che l'Italia "non è pronta a sostenere nuove iniziative controproducenti per inseguire gli interessi di bizzarre maggioranze in Europa".

Proprio a sottolineare che la posizione italiana portata avanti da Giorgia Meloni in Europa non è isolata, come si è spesso voluto far credere all'opinione pubblica per screditare questo esecutivo, nelle sue comunicazioni il premier ha dichiarato con il cancelliere tedesco Frederich Merz e altri 15 leader europei è stata inviata una lettera al presidente della Commissione Europa, Ursula von der Leyen, "per accelerare la semplificazione". Si tratta di una proposta in tre punti "tra i quali una revisione dell'attuale normativa, la cancellazione della regolamentazione non necessaria e il contenimento delle proposte legislative dove maggiore è l'efficacia dell'intervento europeo". Questo, ha ribadito il premier, "non è il momento di esitare ma il tempo di porre rimedio agli errori del passato". E quest'ottica è necessario ambiare il paradigma sull'alimentazione delle automobili, perché "non può esistere solo l'elettrificazione per il futuro dell'auto, e tantomeno per quello del trasporto pesante o dell'industria, a partire da quella dell'acciaio, del vetro e del cemento". È necessario essere aperti a tutte le soluzioni, "come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035" e finalmente, anche grazie alle pressioni dell'Italia, "e alla nostra capacità di portare su queste posizioni altri importanti partner europei, registriamo una prima apertura da parte della presidente von der Leyen che, nella lettera sulla competitività inviata ai leader lunedì scorso, in previsione del Consiglio, fa esplicito riferimento a questa possibilità".

Casa e migrazione

Tra i temi che saranno trattati nel prossimo Consiglio europeo, c'è anche quello della casa, sul quale l'Italia sta lavorando da tempo su spinta del ministro Matteo Salvini. Il "piano casa" del governo si basa su "prezzi calmierati per le giovani coppie. La casa è per noi fondamentale". Abbiamo accolto con convinzione, ha detto il premier, "l'iniziativa di Fitto perché la casa sia uno dei principali beni finanziabili. Sarà essenziale che il Consiglio Ue fornisca indicazioni nel rispetto delle normative degli Stati membri". Ma sarà inevitabile anche parlare di migrazione durante il Consiglio europeo, trattandosi di un tema caldo che riguarda gran parte dei Paesi, che ora dopo anni di immobilismo vogliono trovare soluzioni concrete, percorribili e risolutive a un problema annoso. "L'Italia ha ribadito che si tratta di un tema che va affrontato con costanza: a quasi tre anni dal primo viaggio a Bruxelles, in cui avevo posto la migrazione come primo tema, dobbiamo constatare che molto è cambiato. L'Italia ha saputo portare idee nuove e innovative, come il piano Mattei per l'Africa. Sempre più le nazioni europee ci chiedono di condividere le nostre esperienze", ha spiegato Meloni, tratteggiando il percorso europeo nel contrasto all'immigrazione di questi tre anni, che l'Italia ha saputo caricarsi sulle spalle con le proposte portate dal presidente del Consiglio. Dopo tre anni, ha sottolineato, "continua l'azione decisa dell'Italia alla migrazione illegale di massa".

I negoziati su "proposte normative che consideriamo molto importanti avanzate dalla Commissione" proseguono proprio su impulso italiano e fra tutte, quella che sta avendo maggiori attenzioni è "l'adozione di una lista europea di Paesi di origine sicuri, come previsto dal nuovo Patto Migrazione e Asilo, e la revisione del quadro giuridico europeo in tema di rimpatri, per rendere le procedure più rapide ed efficaci". La proposta della Commissione, allo stato attuale, "contiene elementi positivi, che rispondono alle istanze italiane in materia, tra cui la definizione più ampia di Paese terzo di rimpatrio, che può includere un Paese terzo sicuro e un Paese con cui è in vigore un accordo". in questo modo, ha sottolineato, "verrebbe introdotto a livello Ue il presupposto giuridico per l'istituzione di centri di rimpatrio destinati alla permanenza (a breve o a lungo periodo) in Paesi terzi, di migranti irregolari in attesa del loro rimpatrio definitivo". Di questa lotta contro l'immigrazione illegale, ha spiegato ancora il premier, a trarne beneficio saranno anche e soprattutto "i quartieri periferici delle nostre città, le fasce più deboli della nostra popolazione, le nostre autorità di pubblica sicurezza che non vedranno più frustrati i loro sforzi, e gli stranieri regolari che scelgono di integrarsi nella nostra società". Concludendo il suo intervento, il premier ha voluto sottolineare che a trarne beneficio saranno "tutti gli italiani, anche quelli che non sono d'accordo con il nostro approccio. Lo avevamo promesso e lo stiamo facendo".

Repliche in Senato

Il premier ha replicato in Senato all'ex presidente del Consiglio, Mario Monti, sottolineando che sui dazi "mi sono personalmente spesa. Io ho già utilizzato la mia autorevolezza, sia sul lato americano che su quello europeo. Non tanto per difendere l’Europa, io lavoro per l’Occidente, perché penso che sia forte insieme. E uso la mia autorevolezza, lato americano e lato europeo, per rafforzare un legame senza il quale comunque avremmo dei problemi". L'Europa, ha aggiunto Meloni, "in questi anni non ha fatto spesso la sua parte, su sicurezza, difesa, competitività e questo ci pone in posizione debolezza". Riprendendo il discorso di questa mattina sul Green Deal, il premier ha ribadito che "l'Italia deve essere chiara nel dire quello che non funziona nelle nuove proposte e tentare di correggere la rotta: non significa essere contro ma cercare di salvare un'Europa che a volte per diktat ideologici insensati ha devastato la sua forza e la sua competitività". Ed è dicendo no "quando va detto", ha aggiunto, "che si dà una mano a essere più forti".

Ha poi sottolineato di non voler prendere lezioni dal M5s sulla libertà di stampa ricordando i casi del direttore Alessandro Sallusti arrestato nel pieno della sua attività giornalistica, o di Daniele Capezzone e Tommaso Cerno minacciati e per i quali non ci sono state mobilitazioni. Replicando e concordando poi col senatore Maurizio Gasparri, si è detta "fiera della democrazia italiana e come lei considero irresponsabile andare in giro per il mondo a gettare ombre sulla nazione che si rappresenta quando non la si governa, solo per cercare di raggranellare qualche consenso o peggio solo per cercare un soccorso esterno per fare quello che non si è in grado di fare in Patria". E replicando a chi e ha introdotto il tema della difesa, Meloni ha sottolineato che "quando per esempio Putin provoca con i droni sui cieli europei non è l'Europa sotto attacco, è l'Alleanza Atlantica che è sotto attacco, è l'Occidente che è sotto attacco. Quando c'è una saldatura fra Russia, Cina, Corea del Nord che cercano di saldare i Paesi del Sud globale, chiaramente rafforzando l'influenza in quei Paesi, non è l'Europa che si cerca di isolare, è l'Occidente che si cerca di isolare". Il premier reputa necessario "continuare a lavorare per rafforzare questo legame e penso che tutti coloro che provano a mettere la questione dal punto di vista di 'decidi se stare con l'Europa o con gli Stati Unitì stanno commettendo un errore, perché io voglio stare con l'Occidente, rafforzando il ruolo dell'Europa e dell'Italia all'interno dell'Occidente. Mi pare una cosa abbastanza chiara che ho spiegato varie volte".

Repliche alla Camera

Nel pomeriggio, Giorgia Meloni si è presentata alla Camera per le repliche dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Rispondendo all'onorevole Davide Faraone, esponente di Italia Viva, il presidente del Consiglio ha detto che "mi paragona a Gollum ma temo che lei non abbia letto il Signore degli anelli perché Gollum è la metafora di chi non riesce a fare a meno del potere. Ora stia tranquillo che io per mantenerlo non sarò mai disposta a fare quello che ho visto fare ai miei predecessori". Poi, replicando sui temi europei, e in particolare sul Green Deal, il premier ha ricordato che "per anni anche nel nostro dibattito molti hanno pensato all'elettrificazione forzata come unica opzione e lo hanno fatto a vantaggio dei nostri competitori sistemici, prima di tutto la Cina. Per questo venivamo definiti retrogradi ma la storia ci ha dato ragione". Ora, ha aggiunto, "l'Europa cerca di correggere, credo sia un bene dare una mano, anche dicendo di no rispetto a tentativi di una deriva che non tiene conto di quello che accade nel quadro geopolitico".

Replicando, invece, al deputato del M5s Riccardo Ricciardi, Meloni ha sottolineato che lui sostiene "che le banche hanno avuto molti dividendi e noi non abbiamo preso abbastanza risorse per la legge di bilancio. È possibile. Ma come le banche hanno collezionato quei dividendi? Grazie soprattutto a due provvedimenti: i crediti fiscali del superbonus e la famosa potenza di fuoco con cui avete consentito, con una garanzia dello Stato, che gli istituti di credito rinegoziassero i prestiti già dati a famiglie e imprese. Hanno collezionato questi profitti grazie alle scelte del M5s". Sempre in merito alla manovra, "durante il governo Conte 2 le pensioni minime sono cresciute di 2,5 euro in due anni, con il nostro governo sono cresciute di 90 euro in due anni, e con la terza legge di bilancio cresceranno anche di più". Può essere, ha aggiunto, "che non stiamo facendo abbastanza. Ma non era la sinistra che doveva occuparsi dei più fragili? Si è ribaltato il mondo, visto che noi abbiamo fatto molto ma molto di più per i più fragili di quello che abbiamo visto fare alla sinistra al governo". E stupisce, ha sottolineato, "non aver sentito assolutamente nessuno citare una innovazione che ha introdotto questo governo con la legge di Bilancio e che dovrebbe essere abbastanza cara alla sinistra che è la detassazione degli aumenti contrattuali, che non solo si somma al cuneo cercando di aumentare i salari dei lavoratori". Sempre replicando sulla manovra, il premier ha ribadito che le risorse sulla sanità "sono decisamente superiori a quelle messe dai vostri governi e le spese militari saranno in ogni caso inferiori a quelle messe dai vostri governi, particolarmente di Giuseppe Conte, che in alcuni anni ha moltiplicato le spese di difesa per decine di miliardi salvo poi oggi dirci 'mettete dei fiori nei vostri cannoni'. Siamo abituati a queste inversioni a U e non ci stupisce più".

Sull'Ucraina, ha poi spiegato, "il dibattito si sta evolvendo, non in quest'aula ma fuori dai confini dell'aula. Il presidente Zelensky dice che un'eventuale apertura del tavolo di negoziazione basato sul congelamento del fronte sarebbe una buona proposta. È una proposta, tra le altre, accarezzata anche dal presidente degli Usa Trump. Sarebbe un passo in avanti rispetto al dibattito di qualche settimana fa sulla cessione di territori che la Russia non è stata in grado di conquistare e che pretende le siano consegnati". E sull'Ucraina, "il 'no' all'invio di truppe mi pare sia una posizione sostanzialmente unanime in questa aula" e la diplomazia, ha aggiunto, "ha bisogno di deterrenza come precondizione per la pace. Se non avessimo aiutato l'Ucraina oggi non avremmo alcuna possibilità di aprire un tavolo di pace". Per Gaza, ha aggiunto, "abbiamo fatto più di quello che abbia fatto in Europa chiunque altro ed è un errore minimizzarlo perché non l'ha fatto il governo, l'ha fatto l'Italia coi suoi soldati, col suo volontariato, coi suoi funzionari, lo ha fatto rappresentando anche voi". Rivolgendosi alle opposizioni, ha detto, "avete salutato come un grande traguardo 40 tonnellate" di aiuti "con la Flotilla" quindi andrebbe salutato in modo "uguale 2.200 tonnellate di aiuti garantite dall'Italia".

Il presidente del Consiglio ha anche replicato alle parole di Elly Schlein, sottolineando che "ha detto che in Italia sono a rischio la liberta e la democrazia a causa di un governo di estrema destra, e subdolamente lo ha accostato all'attentato al giornalista Sigfrido Ranucci. Sono dichiarazioni gravissime, non perché il problema sia criticare il governo all'estero, ma perché questo vuol dire gettare fango e ombre sull'Italia, sulla qualità della sua democrazia. Sono tentativi di gettare fango e ombre sull'Italia che l'Italia rischia di pagare, mentre noi siamo tutti pagati per rappresentare al meglio questa nazione". E rivolgendosi alle opposizioni ha sottolineato che sanno "benissimo che non è vero che libertà e democrazia sono a rischio in Italia, ma allora perche lo dite? Non vi aiuterà a governare sulle macerie una nazione che invece oggi prospera". La stabilità, ha proseguito, "è un valore dato dalla continuità, qualcosa di cui dobbiamo approfittare nelle politiche di bilancio ed economiche". I leader stranieri le hanno riconosciuto che "oggi in Italia si ha un interlocutore continuativo" e le hanno detto, in più occasioni, "che prima era impossibile riuscire a fare accordi seri con Italia, perché ogni volta che si mettevano seduti cambiava l'interlocutore, o che era qualche anno che non si sapeva più chi fosse il presidente del Consiglio".

Ha, quindi, rivendicato le politiche migratorie del suo governo, snocciolando qualche numero come la diminuzione degli sbarchi di oltre il 30% e l'aumento dei rimpatri di oltre il 50%. "Rivendico la scelta dei centri in Albania, vedremo se alla fine funzioneranno però una domanda la voglio fare: non vi sembra bizzarro che nella proposta della Commissione Ue di una lista europea di Paesi sicuri ci siano tutte le nazioni da cui arrivano i migranti per i quali i giudici italiani non hanno convalidato il trasferimento in Albania. Chi ha torto o ragione? È l'Europa diventata xenofoba o sono alcuni giudici italiani che fanno scelte dettate da ragioni ideologiche? Uno dei due deve avere ragione e uno torto", è la conclusione di Meloni.