Tutto il calcio presepe per presepe è una partita che vede Cremonese e Atalanta le principali candidate allo scudetto della tradizione. Loro la partita più riuscita in difesa della Natività, contro la deriva di censure e la dittatura del relativismo. A dispetto di chi vuole il Natale come una festa e non una festività. Così, nel mondo dorato del non avrai altro dio al di fuori del denaro, nell'atalantina Zingonia si rivendica con orgoglio la scelta di esporre il presepe e la Dea si inginocchia alla mangiatoia, senza smarrire il senso della tradizione e dell'identità in nome del pluralismo e del multiculturalismo, «perché siamo un club bergamasco», fanno sapere da una società con il 62% di stranieri in rosa. Proprio nei giorni in cui la città di Papa Giovanni vive il suo calvario d'identità rischiando di vedere l'ex cappella dei Frati Cappuccini trasformarsi in moschea.
Non c'è più religione, in una Serie A con 383 stranieri su 572 tesserati, eppure in questa babele d'integrazione vocata all'altare del risultato sportivo, c'è chi non cancella la propria cultura e dice no a una nichilistica rivendicazione di autonomia estetica. Tra le motivazioni ufficiali di chi non espone il presepe, va detto che mai si sbandiera la scelta pilatesca del politicamente corretto, quanto ragioni più pratiche. Succede così a Como («Abbiamo spazi ridotti») e Verona («Non abbiamo centro sportivo privato: il presepe c'è, ma non l'abbiamo fatto noi») o là dove la tradizione si limita a un alberello stilizzato, come a Lecce o Cagliari. Abeti natalizi attecchiscono tra Firenze, Pisa e Sassuolo, e sono addobbi e luci a San Siro sia ad Appiano Gentile che Milanello, Continassa in casa Juve o Filadelfia per il Torino. Così, se a Bologna scelgono l'albero ma rispettano l'ortodossia di allestimento nella due giorni Sant'Ambrogio-Immacolata, nella Roma giallorossa è un giubileo di assenze del Bambinello e il centrocampista argentino è l'unico Pastore ad aver varcato Trigoria negli ultimi 25 anni. E mentre Gesù sparisce dai canti natalizi nel Mantovano o le sacre rappresentazioni vengono prese di mira da vandali e ladri, come nella trentina Mori, c'è chi sposa la campagna Presepe pride. Lo fanno al Calcio Parma, dove voci interne al club non faticano a dire «siamo assolutamente d'accordo con questa iniziativa che sta portando avanti Il Giornale». La Natività sarà anche quest'anno presente a Udine, Napoli e Cremona. Perché «abbiamo sempre affiancato presepe e albero», spiegano nella società grigiorossa. «L'albero fa coreografia, ma la Sacra Famiglia ci rappresenta. Al centro sportivo Arvedi abbiamo anche una cappella, non ci sono problemi a rivendicare ciò in cui crediamo. E ogni anno celebriamo in cattedrale una messa con giocatori e famiglie».