Pro Pal, attivisti e antifascisti. In piazza il solito "teatrino"

Scritto il 08/12/2025
da Manuela Messina

Slogan, fumogeni e insulti, gli agenti evitano "contatti" In Galleria folla davanti allo schermo: silenzio per l'inno

Ci sono diversi metri di distanza, e molte transenne, tra i manifestanti, uniti alla folla del 7 dicembre, e la "zona rossa" presidiata dalle forze dell'ordine. I due gruppi quelli della variegata protesta pro-Pal e non solo, e le istituzioni e i vip della prima della Scala sono destinati a non incontrarsi mai. Arriva forse qualche coro, inudibile, nel foyer illuminato.

Alle 18 in punto, dopo l'inno di Mameli, il mega schermo della Galleria Vittorio Emanuele II proietta Lady Macbeth di Shostakovic. È uno dei 30 luoghi della prima diffusa, una tradizione consolidata, tanti curiosi si fermano a guardare. Fino a pochi istanti prima, da Palazzo Marino al Duomo, aveva sfilato un mini corteo pro-Pal, per concludersi con un flash mob davanti al sagrato. In piazza della Scala, piazza Gaza ormai per gli attivisti, si fondono istanze diverse. Ci sono i Cub, gli attivisti della galassia pro-Pal, l'Associazione Palestinesi italiani, Potere al Popolo, i lavoratori dello spettacolo, la Slc Cgil di Milano, i centri sociali. E anche un gruppo di palestinesi, che a una certa ora del pomeriggio, si inginocchia e si mette a pregare in direzione della Mecca. In piazza San Fedele, a poca distanza, anche la protesta di un gruppetto di ucraini con cartelli e bandiere giallo blu, che contesta la messa in scena di un'opera russa. Alla manifestazione si collega telefonicamente Mohammed Hannoun, il presidente dell'Api, colpito da un foglio di via dopo le sue dichiarazioni a un corteo per la Palestina a ottobre. "Vogliono spaventarci con leggi razziste (il riferimento al ddl antisemitismo, ndr) - le sue parole - equiparando l'antisemitismo all'anti sionismo, ma noi non siamo antisemiti, anzi li condanniamo, siamo antisionisti". Diversi anche gli slogan e gli striscioni in solidarietà a Mohammed Shanin, l'imam di Torino colpito da un decreto di espulsione per alcune frasi interpretate come sostegno ad Hamas durante un comizio. "Libertà per Shanin la frase su uno striscione - ora e sempre resistenza, la solidarietà alla Palestina non si processa". Israele e le sue politiche sono il bersaglio principale delle contestazioni degli attivisti, che dagli altoparlanti fanno sentire il suono delle esplosioni degli spari delle mitragliatrici: "Questo è quello che succede ogni giorno a Gaza...". Gli attivisti del Cantiere mettono in scena anche una "Prima popolare" con tanto di cartonati della premier Giorgia Meloni, del ministro all'istruzione Giuseppe Valditara, del ministro della cultura Alessandro Giuli, del sindaco Giuseppe Sala, del presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, dell'immobiliarista Manfredi Catella. Quasi tutti rappresentati con un elmetto con il simbolo di Israele. Altro bersaglio, in polemica con il caso Ramy, i militari del Nucleo radiomobile, a cui è stato conferito quest'anno l'Ambrogino d'oro. "Pirati, assassini", grida una ragazza dei Giovani palestinesi, a cui fa eco uno sparuto gruppo di dieci persone. "Significa che le forze di polizia possono uccidere in questa città, perché non tutti i milanesi contano", le parole di un altro manifestante in piazza. Tra gli interventi più concitati, quello di Raffaella Polverino, ex candidata per i cinque stelle in regione Lombardia per Milano e provincia che ha anche intonato il coro: "Chi non salta un fascista è. Giorgia Meloni sta dalla parte sbagliata della storia".